Progetto Ventotene 20 studenti Iuav
indagano il rapporto tra architettura e potere, a partire da un
edificio-simbolo: il Panopticon (carcere ideale) di Santo Stefano.
Obiettivo: immaginare la trasformazione da architettura totalitaria a
istituzione culturale e educativa europea |
7 settembre 2022
COMUNICATO STAMPA
Permettere a un unico sorvegliante di osservare tutti i soggetti di una
istituzione carceraria senza che questi capiscano se siano controllati o no:
questo il principio ispiratore del Panopticon, “carcere ideale”
progettato dal filosofo e giurista Jeremy Bentham, metafora di un potere
invisibile che ha ispirato pensatori e scrittori come Michel Foucault,
Noam Chomsky, Zygmunt Bauman e George Orwell.
Parte dal carcere di Santo Stefano a Ventotene – uno dei
primissimi edifici carcerari al mondo ad essere costruiti secondo i principi
del Panopticon – il laboratorio “Progetto Ventotene” proposto
dall’Università Iuav di Venezia nel periodo 12-26 settembre, riprendendo
la tradizione di studi teorici dell’Ateneo sulle architetture del
controllo. Questa sarà la prima attività didattica di un nuovo progetto Jean
Monnet, promosso dalla Commissione Europea e coordinato da Sebastiano
Fabbrini, docente di Storia all’Università Iuav.
Il workshop impegnerà 20 studenti di architettura italiani e
internazionali (selezionati da una call che ha raccolto 60 richieste di
adesione), chiamati a ragionare sul rapporto tra architettura e potere, nelle
sue diverse forme, ponendo particolare attenzione al processo di integrazione
europea.
Il Panopticon di Ventotene, metafora esemplare del potere centralizzato
e disciplinare dello stato moderno, è stata anche la culla della visione che,
più di ogni altra, ha messo in discussione tale ordine politico.
Ottant’anni fa, Altiero Spinelli ha infatti tracciato la rotta verso
un’Europa unita da questo arcipelago di confino. Sulla scia del manifesto
di Ventotene, il governo italiano si è recentemente impegnato a convertire
il Panopticon in un’istituzione culturale ed educativa dell’Unione
Europea. ll workshop prende spunto da questa iniziativa, come occasione per
riflettere sull’espressione architettonica del potere europeo.
I partecipanti elaboreranno una serie di proposte teoriche per
trasformare il dispositivo disciplinare di Ventotene in un’istituzione
europea.
In questo percorso si confronteranno con una domanda fondamentale
dell’integrazione europea: che forma ha il potere europeo?
Come si rapporta con la struttura su cui poggia, la struttura dello
stato?
I lavori degli studenti saranno protagonisti di una mostra e di una
pubblicazione, nella cornice delle attività del progetto Jean Monnet.
Commenta Sebastiano Fabbrini, ideatore del progetto: «Il
programma Jean Monnet è stato costruito per promuovere lo studio dell'Unione Europea
in tutte le discipline. Il nostro progetto apre una prospettiva architettonica
su questo tema, creando nuove opportunità di studio e riflessione sul ruolo
dell'architettura nel processo di integrazione europea.»
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Cecilia Gualazzini
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