Da padiglione dismesso a ecomuseo Startup Iuav realizza un
caso pilota di riuso del Padiglione dell’Olanda alla Biennale di
Architettura 2018 |
20 aprile 2022
COMUNICATO STAMPA
Un padiglione dismesso della Biennale di Architettura si trasforma in ecomuseo:
è il risultato del progetto pilota del programma MePart, da poco
completato, sviluppato dalla Start-up Heritage Asset Management SBRL,
spin-off dell’Università Iuav di Venezia.
Il programma MePart progetta il riuso di allestimenti e strutture temporanee
prodotte dai grandi eventi culturali attraverso una piattaforma in rete. Suo
obiettivo, in linea con Il Green Deal Europeo, è promuovere la transizione
verso l’economia circolare focalizzandosi su un particolare
segmento del settore delle costruzioni, quello delle installazioni
temporanee, legate al mondo delle grandi esposizioni culturali a carattere
seriale. In particolare, MePart si occupa di re-immettere sul territorio
veneto, in programmi di rigenerazione urbana mirati a migliorare la qualità
dello spazio pubblico, gli scarti provenienti dalle installazioni di mostre
temporanee che hanno avuto luogo nel centro storico di Venezia.
Il progetto pilota, sviluppato dagli architetti Roberta Bartolone e Giulio
Mangano, finanziato dalla linea di ricerca LAB1 “Tourism and Cultural
Heritage”, ha previsto il riuso della installazione The Port and the
Fall of Icarus, presentata al Padiglione Olandese Work Body, Leisure
alla 16esima Biennale di Architettura nel 2018.
L’installazione è realizzata in pannelli di acciaio cortén (acciaio
patinato) con tecnologia auto-portante.
In accordo con il Comune di Corbola (RO), la struttura del padiglione The
Port and the Fall of Icarus è stata rifunzionalizzata come ecomuseo
all’aperto, a valorizzazione del tracciato archeologico della Via
Popilia, importante strada romana che dalla colonia romana di Ariminum (Rimini) passava per Ravenna e
conduceva alla città di Adria dove, unendosi alla Via Annia, proseguiva fino ad
Aquileia.
Il riciclo dell’opera ha previsto un nuovo impianto planimetrico, a
partire dal riuso totale dei pannelli. Il processo di upcycling (diverso
dal recycling, perché orientato a riutilizzare gli oggetti per creare un
prodotto di maggiore qualità) è intervenuto sul fine vita
dell’installazione, le cui parti, a fine Biennale, sono state smontate,
catalogate e stoccate presso il sito di destinazione.
Seppur sperimentale, il caso del padiglione dell’Olanda dimostra come
sia possibile trovare nuove articolazioni e modi di coniugare produzione
culturale e sviluppo per generare dinamiche “sostenibili” di
crescita per il territorio.
Università Iuav di Venezia
Servizio Comunicazione
Cecilia Gualazzini
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