Le università alla ricerca di risorse

A Venezia 150 dirigenti per  integrare il finanziamento pubblico

 

Venezia,  20 settembre 2006

 

Il 22 e 23 settembre presso l’Aula Magna dell’Università IUAV a Venezia i dirigenti amministrativi universitari, insieme ai rappresentanti del Ministero dell’Università e Ricerca e dell’imprenditoria veneta e nazionale, affronteranno i problemi finanziari degli atenei e discuteranno di soluzioni innovative per superare le crescenti difficoltà.

E’ dal 1989 che la legge riconosce agli atenei italiani un’autonomia anche finanziaria, ma i bilanci continuano a sostenersi per oltre l’80% delle entrate su risorse pubbliche, soprattutto attraverso il fondo di finanziamento ordinario (FFO), distribuito sulla base del peso di ogni singola università nel sistema nazionale.

Altri vincoli normativi condizionano la possibilità degli atenei pubblici di movimentare il rapporto tra entrate e uscite, come il tetto imposto al gettito proveniente dalle tasse pagate dagli studenti, che non può superare una soglia del 20% del fondo citato.

In un quadro di denaro pubblico in costante diminuzione, previsto anche nella prossima finanziaria, i vertici amministrativi delle università italiane si pongono il problema di come e dove reperire risorse aggiuntive e diverse.

E’ questo il tema centrale dell’incontro nazionale organizzato dalle due università veneziane Ca’ Foscari e IUAV e dal Convegno permanente dei Direttori Amministrativi delle Università (CODAU),  cui hanno aderito circa 150 rappresentanti dei 77 atenei italiani.

“Il dato di partenza è che le università, in una società fondata sulla conoscenza, creano valore.

Per gli individui, che, studiando, apprendono conoscenze, competenze ed abilità che permettono loro di trovare un’occupazione più adeguata alle proprie esigenze o di affrontare la flessibilità necessaria all’evoluzione del mercato del lavoro. E per le imprese, le istituzioni e la società che, grazie a persone formate, aumentano in competitività, migliorano il proprio modo di operare e la qualità della vita. Bisogna capire come questo valore viene riconosciuto all’esterno” afferma Elio Borgonovi, docente di Economia delle Amministrazioni pubbliche all’Università Bocconi e uno dei relatori al convegno veneziano.

Diverse sono le opportunità di reperire risorse, sia dalle attività di formazione, che dal trasferimento tecnologico o dalla creazione di nuovi servizi per i nuovi bisogni.

Liberalizzazione delle tasse universitarie legate ad un incremento dei servizi e di borse di studio; master in collaborazione con il mondo imprenditoriale per preparare alle professioni emergenti; fondazioni universitarie come strumenti agili di raccolta di fondi a supporto dei servizi e della ricerca; ma anche brevetti e uffici di collegamento con il sistema delle imprese, aziende create da idee nate nelle università (spin-off), spesso in team misti di studenti e ricercatori ed aiutate a crescere attraverso degli “incubatori” di impresa. Oppure sponsorizzazioni e donazioni defiscalizzate da parte del mondo imprenditoriale e rapporti costanti degli ex alunni con la propria università. Questi sono alcuni degli strumenti in discussione con cui gli atenei possono incrementare le proprie entrate ed aumentare il valore della propria attività.

“Gli studenti, le imprese e la società manifestano nuovi bisogni” concordano Francesca Bitetti e Aldo Tommasin, direttori amministrativi delle due università veneziane: “Siamo consapevoli che le risorse aggiuntive che chiediamo dovranno essere correlate alla valutazione esterna”.

Il confronto è aperto a suggerimenti e stimoli di soggetti esterni alle università: per questo accanto a Rettori, rappresentanti del Ministero e dirigenti universitari, intervengono nella discussione rappresentanti di Confindustria come Alberto Meomartini, presidente della commissione Università, e dell’imprenditoria veneta come il Presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poli.

 

 

 

Università Iuav di Venezia

servizio comunicazione

t. +39 041 257 1819

f. +39 041 257 1738