Piani urbanistici e trasformazioni del territorio: il caso di Vittorio Veneto

responsabile: Anna Marson

responsabile: Anna Marson

durata: 12 mesi

termine previsto: 31 dicembre 2017

finanziamento: 2.500 euro

tipologia: call di dipartimento

fonte di finanziamento: call 2016 Dppac

Linea di finanziamento 1.b “Progetti di ricerca”

 

descrizione del progetto

Vittorio Veneto, Comune nato nel 1866, all’indomani dell’Unità d’Italia, dall’unione di Ceneda e Serravalle, presenta dalla sua origine all’inizio del nuovo millennio, una sequenza di piani urbanistici che consentono di ripercorrere in modo significativo le diverse tecniche di governo delle modalità di costruzione delle urbanizzazioni. Dai primi progetti per la costruzione del nuovo centro, nell’area baricentrica tra i due centri preesistenti, al piano De Min degli anni ’30, basato su un impianto di grandi assi prospettici e allineamenti. Dal piano di Duilio Torres, negli anni ’50, alla variante di Cagna e al progetto di Astengo, fino alla variante generale di Roberto D’Agostino e Giorgio Trebbi.

Nel tessuto edilizio attuale, sul quale abbiamo lavorato con gli studenti del Laboratorio di Pianificazione e progettazione del territorio della Laurea magistrale in pianificazione, sono rintracciabili con relativa chiarezza gli esiti dei dispositivi messi in campo dai diversi piani che si sono succeduti.

Si tratta infatti di un territorio che, a dispetto del senso comune relativo al nordest, appare puntualmente pianificato in tutte le sue parti, e pur se urbanizzato con estensioni considerevoli, non particolarmente interessato da fenomeni di sprawl edilizio.

Il progetto di ricerca si propone di approfondire l’analisi dei materiali d’archivio, mai pubblicati, relativi a questi piani, e di spprofondire sia le influenze che di caso in caso emergono in modo palese (a partire dalle analogie del piano De Min con la progettazione di Torviscosa, che ha come chiame di connessione Franco Marinotti, e poi via via con le altre suggestioni presenti nei piani successivi), sia gli esiti prodotti dai piani, in questo contesto chiaramente leggibili.

La leggibilità del rapporto tra piani e forma delle urbanizzazioni permette di sviluppare una riflessione non banale anche capacità e limiti dei piani che si sono succeduti, attraverso le tecniche urbanistiche impiegate, nel produrre forme urbane.

La produzione di una monografia scientifica che restituisca sia l’impostazione che le tecniche dei diversi piani, insieme a una riflessione sugli esiti leggibili nella morfologia attuale dei tessuti urbanizzati, oltre a coprire un vuoto attualmente presente di pubblicazioni che trattino di questi piani, può dare un contributo non banale a considerare in una prospettiva più articolata le vicende della costruzione del territori del Veneto nell’ultimo secolo, degli interessi economici e dei riferimenti culturali in gioco.