La cultura materiale del colore e della luce. Interpretazioni e significati tra oriente ed occidente

responsabile: Pietro Zennaro

responsabile: Pietro Zennaro

 

durata: 12 mesi

termine previsto: 31 dicembre 2017

finanziamento: 2.500 euro

tipologia: call di dipartimento

fonte di finanziamento: call 2016 Dppac
Linea di finanziamento 1.b “Progetti di ricerca”

 

descrizione del progetto

Tra colore e luce vi è una stretta relazione tanto da ipotizzare che siano il medesimo fenomeno (ondulatorio o corpuscolare) che attraverso gli organi deputati alla percezione si traduce in effetti cromatici. L’esistenza di luce e colore influenza gli esseri umani sia biologicamente che simbolicamente. In natura vi è quindi un riscontro fisiologico alla presenza luminosa e cromatica. Questo aspetto è indicato come codice involontario. Sono codici involontari ad esempio il colore della pelle, dei capelli, dell’iride e così via. Al codice involontario, in cui il colore si manifesta fisiologicamente e biologicamente, vanno aggiunti i codici volontari, dove le cromie esprimono archetipi e simboli. Già Carl Jung li descriveva nei suoi scritti come “immagini universali, presenti sin da tempi remoti” a designare figure simboliche che rappresentano le visioni del mondo. Ma è altrettanto noto che il colore e la luminosità costituiscono simboli tenuti in grande considerazione nel presente, attraverso la pubblicità ed i mezzi di comunicazione di massa.  L’ambivalenza delle due codificazioni comporta ricadute fortemente diversificate in culture diverse, rilevabili attraverso i manufatti che gli esseri umani realizzano, a qualunque scala.

Obiettivo della ricerca è compiere un parallelo fra gli effetti che i codici volontari e/o involontari introducono nella realizzazione di oggetti e di edifici e quanto influiscono le diverse culture nell’approccio alla comunicazione insita nell’ambito cromatico e luminoso. In sostanza, la ricerca intende approfondire quale grado di diversità esiste nell’approccio al progetto ed alla realizzazione di manufatti in due culture fortemente distinte, come ad esempio quella orientale e quella occidentale, valutato attraverso il filtro cromatico e luminoso. Il parallelismo fra le due realtà avverrà analizzando una serie di manufatti e/o di approcci al fare che originano dai succitati codici.

Al di là delle evidenti differenze, con questa ricerca si intende indagare fino a quanto sono possibili travasi culturali e tecnologici, tra pragmatismo e teoria, tra fisica e metafisica e viceversa.

Pur essendo un territorio già preso in considerazione dal punto di vista delle diversità culturali in termini generali, non esiste ad oggi alcuno studio specifico che usi il colore e la luce come discriminante per la valutazione di due civiltà così fortemente diversificate (a partire dalla scrittura fino alla comunicazione e alla tecnologia). Per tale motivo la rilevanza scientifica del progetto di ricerca è da considerare notevole e degna di essere portata a compimento.

La presenza del prof. Shu-Yu’An dell’Università di Nanchang nella provincia di Jiangxi costituirà una opportunità unica nel portare a temine con successo tale ricerca.