Il contributo della disciplina estimativa per il superamento dell'energy efficiency

responsabile: Stefano Stanghellini

responsabile: Stefano Stanghellini

durata: 12 mesi

termine previsto: 31 dicembre 2016

finanziamento: un assegno di ricerca + 1.500 euro

tipologia: call di dipartimento

fonte di finanziamento: call 2015 Dppac
call straordinaria Linea di finanziamento 1.a “Progetti di ricerca con assegno”

 

descrizione del progetto

La questione dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare è diventata, negli ultimi decenni, una delle maggiori preoccupazioni tra accademici, policy-makers, società civile, imprese, professionisti e singoli individui. Tuttavia, nonostante gli sforzi effettuati per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas climalteranti, i risultati ottenuti sono inferiori alle attese.

Alla base del mancato o parziale raggiungimento degli obiettivi, la letteratura scientifica identifica una serie di barriere, che agiscono come meccanismi disincentivanti all’adozione di misure di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Tali barriere hanno diversa natura e possono essere classificate in: istituzionali, di consenso pubblico, economiche e tecniche. Nonostante l’esistenza di numerosi studi in merito alle barriere tecniche ed economiche, l’analisi di quelle di consenso pubblico ed istituzionali ha ricevuto finora una scarsa attenzione.

Il presente progetto di ricerca si propone di inserirsi nel contesto sopra descritto, contribuendo all’analisi dei meccanismi che rallentano l’implementazione delle misure di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. L’approccio proposto prevede di affrontare il tema sfruttando le competenze, i metodi e le metodologie caratteristiche delle discipline estimativa e valutativa.

 

Obiettivi della ricerca sono l’analisi delle interdipendenze tra i diversi meccanismi che agiscono come disincentivo all’implementazione delle misure di efficienza energetica, con particolare riferimento al ruolo dei diversi soggetti coinvolti nella gestione e produzione del patrimonio edilizio, delle loro interdipendenze, interessi e aspettative.

È previsto inoltre lo studio degli strumenti – siano essi di policy o altri incentivi – maggiormente idonei a contribuire al superamento delle barriere, attraverso la ridistribuzione di oneri e benefici tra i soggetti coinvolti. L’applicabilità di tali meccanismi verrà verificata attraverso idonee simulazioni.

 

Uno degli elementi che caratterizza l’approccio proposto è, infine, la possibilità di affrontare la questione in maniera integrata e trasversale, permettendo la collaborazione e lo scambio scientifico con altri settori disciplinari del Dppac e dell’Università Iuav.

 

obiettivi

Il presente progetto di ricerca ha lo scopo di inserirsi nel dibattito scientifico, contribuendo all’analisi dei meccanismi che rallentano l’implementazione delle EEM nei processi di produzione e gestione immobiliare. L’approccio proposto punta ad affrontare il tema ricorrendo alle competenze, ai metodi e alle metodologie caratteristiche delle discipline estimativa e valutativa.

 

L’analisi dello stato dell’arte ha, infatti, messo in evidenza alcune questioni ancora non completamente risolte. In particolare:

a) la mancanza di consenso sulla convenienza finanziaria degli interventi di implementazione delle EEM, che richiede un ulteriore approfondimento, non tanto degli aspetti tecnici, ma soprattutto dei profili estimativi e valutativi;

b) l’influenza degli stakeholder nella promozione di tali interventi, a sua volta, necessita di essere approfondita sia dal punto di vista delle relazioni tra i vari soggetti – con riferimento alle varie combinazioni di portatori di interessi coinvolti negli interventi di riqualificazione energetica – sia dal punto di vista della loro percezione in merito alla sussistenza di adeguati incentivi, e quindi sulla base della loro disponibilità ed attitudine a implementare le EEM;

c) un ulteriore approfondimento è richiesto nell’analisi del ruolo che hanno gli stakeholder istituzionali, le politiche urbane, e il sistema di regole da questi definito, al fine di creare un contesto di riferimento unitario ed incentivante non solo dal punto di vista finanziario, rispetto alle aspettative degli altri portatori di interesse coinvolti.

 

Le criticità descritte sono strettamente interrelate e, soprattutto, si influenzano reciprocamente. Ne sono la dimostrazione alcuni meccanismi disincentivanti quali, a solo titolo esemplificativo, il circle of blame (Cadman, 2007) e gli split incentives (Golove e Eto, 1996). Il primo descrive il meccanismo per cui le parti interessate si incolpano l’un l’altra per non aver fornito, domandato o non aver finanziato interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Il secondo si riferisce invece alla scarsa attitudine a implementare EEM, in quanto i benefici derivanti dalla loro implementazione, o gli eventuali incentivi ad esse collegati, ricadrebbero su un soggetto diverso a quello che ne ha sostenuto gli oneri (come nel caso del proprietario immobiliare e affittuario, il landlord/tenant dilemma). Entrambi i meccanismi descritti possono essere interpretati come una combinazione delle criticità rilevate nei punti a), b) e c).

 

Nonostante parte della letteratura si sia dedicata all’analisi di questi meccanismi (RICS, 2008; van der Heijden, 2015) l’approccio che ci si propone di utilizzare nella presente ricerca punta a sfruttare gli strumenti propri della disciplina valutativa per compiere un approfondimento significativo.

In particolare la disciplina valutativa può, sia contribuire all’aumento del livello qualitativo delle informazioni sugli interventi di implementazione di EEM al fine di migliorarne lo scambio e la comprensione tra i vari stakeholder, sia contribuire all’individuazione e definizione di politiche energetiche urbane ed edilizie tali da massimizzare i profili di fattibilità e convenienza, al fine di creare un contesto incentivante alla formazione di accordi partenariali, preordinati all’azione congiunta degli stakeholder (Healey, 2004).

 

Lo specifico contributo valutativo al dibattito può essere sintetizzato nei seguenti punti:

a) supporto alla determinazione della fattibilità degli interventi di riqualificazione energetica, dal punto di vista di tutti soggetti coinvolti, e quindi sulla base dei differenti criteri di giudizio sviluppati in ambito valutativo;

b) analisi delle condizioni che massimizzano il grado di convenienza degli interventi fattibili, sia con riferimento alle condizioni fisiche (tipologia di intervento, ambito climatico, ecc.), sia con riferimento al contesto normativo e istituzionale e, infine, considerando la struttura e le relazioni dei soggetti coinvolti (sviluppatori immobiliari, gestori di patrimoni pubblici e privati, finanziatori, proprietari, affittuari ecc.);

c) esatta identificazione dei benefici derivanti dalle EEM, al fine di depurare l’analisi da eventuali co-benefici non direttamente riconducibili agli aspetti energetici della riqualificazione;

d) definizione di strumenti e meccanismi di ripartizione dei costi e dei benefici tra gli stakeholder per aumentare la consapevolezza della convenienza di tali interventi, e per riequilibrare eventuali sperequazioni, permettendo a ciascun soggetto di percepire un adeguato vantaggio, così da configurare strategie di intervento che si configurino come win-win situation.

 

esiti attesi

Gli esiti attesi dalla ricerca possono essere sintetizzati nei seguenti cinque punti.

a) Modellizzazione della rete di soggetti portatori di interesse coinvolti nel processo di riqualificazione energetica degli edifici, con particolare riferimento alle diverse combinazioni di stakeholder e di tipologie di intervento, attraverso la analisi della letteratura e di casi di studio. La restituzione dei vari scenari è funzionale alla definizione del quadro delle interdipendenze, degli interessi e delle aspettative dei soggetti coinvolti.

b) Definizione delle procedure valutative più idonee ad evidenziare le relazioni tra costi e benefici, dalla prospettiva dei vari soggetti, sulla base di una serie di scenari (individuati al punto a) scelti in relazione alla loro idoneità a creare le condizioni favorevoli alla realizzazione di tali interventi, e in relazione alla loro maggiore frequenza. A tale scopo la sistematizzazione delle varie metodologie valutative, dei relativi criteri di giudizio e del punto di vista valutativo assunto sarà necessaria e dovrà essere effettuata attraverso una revisione della letteratura. Un particolare approfondimento dovrà essere dedicato agli indicatori di performance non puramente finanziari sviluppati nell’ambito della corporate social responsibility, quali, a titolo esemplificativo, i rating etico e sociale.

c) Identificazione degli strumenti di policy e dei meccanismi di mercato maggiormente efficaci per realizzare la ridistribuzione di oneri e benefici. La definizione di tali strumenti sarà effettuata sulla base degli scenari identificati ai punti a) e b).

d) Attraverso un processo di feedback caratteristico della disciplina valutativa, gli esiti ottenuti al punto c) saranno posti alla base di un’analisi critica dei punti a) e b). Tale processo ha lo scopo di implementare la classificazione delle reti dei portatori di interessi, la clusterizzazione degli scenari o la generalizzazione degli stessi. A questo scopo si dovrà fare ricorso a metodologie valutative e statistiche quali – a titolo esemplificativo - l’analisi cluster, l’analisi di rough set e le analisi a criteri multipli.

e) L’analisi dell’applicabilità degli strumenti di cui al punto c) sarà poi verificata attraverso l’approfondimento di best practices, o idonee simulazioni.

 

originalità e rilevanza scientifica del progetto

L’originalità della ricerca risiede nell’affrontare le barriere alla base dell’energy efficiency gap in maniera integrata, e concentrandosi sulle intersezioni, le interrelazioni e le influenze reciproche che le generano. In tale approccio risiede la rilevanza scientifica del progetto proposto, in quanto, come emerso dalla ricognizione dello stato dell’arte, mentre l’analisi delle singole barriere, con gradi di approfondimento differente, è già stata oggetto di studio, lo sviluppo della ricerca sulle influenze tra le varie barriere è inferiore.

L’approccio proposto si presta inoltre a favorire una serie di relazioni tra diverse discipline che caratterizzano il DPPAC. In particolare, la ricerca si pone in una posizione trasversale tra le discipline afferenti al settore della fisica tecnica e della tecnologia (Peron et al., 2012) e quelle che rientrano nel settore dell’urbanistica. Possibili collaborazioni possono essere stabilite, inoltre, con altre ricerche attualmente in corso all’interno dell’Università Iuav (Rossetti e Pepe, 2015).

 

assegnista

Pietro Bonifaci