Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Terreno Comune – Prospettive

 

 

Nel contesto di una pandemia globale, “Terreno Comune” ha dovuto confrontarsi con nuovi temi e nuove modalità di lavoro, in un ambiente universitario delocalizzato e costretto ad una bidimensionalità digitale in cui la corporeità viene rappresentata in uno schermo.

Nuove parole e nuove questioni sono entrate prepotentemente nelle nostre discussioni e “Terreno Comune” sta cambiando costantemente con noi. Ne nasce un progetto rinnovato nel suo linguaggio, nella sua redazione e nel suo tema: prospettive.

 

Ambivalente e sfaccettato, il termine prospettiva assume sia un significato letterale che rimanda ad una tecnica di rappresentazione sia un significato metaforico che chiama in causa molteplici questioni, a partire dalla ridefinizione della soggettività e del punto di vista, fino a giungere alla rilettura dello spazio della città.

 

Nella ricerca di una prospettiva che vada oltre la concezione della geometria descrittiva rinascimentale, Giulia Conti in Venezia Trasparente ne propone una declinazione che, richiamandosi all’etimo del termine, recuperi il significato di ‘vedere attraverso’. In questa accezione, essa non restituisce quadri visivi statici, ma diventa vera e propria percezione simultanea delle dinamiche che costituiscono la città — in particolare Venezia.

Con un richiamo alla linea analitica del XIX secolo, Prospettive analoghe di Tommaso Moretto affronta il tema in relazione alla rappresentazione del progetto architettonico. Esso, attraverso l’uso simultaneo di molteplici prospettive, abbandona il singolo punto di vista e chiama l’osservatore a ricomporre la complessità dell’insieme, indirizzando lo sguardo verso una nuova narrazione.

 

Uno spaccato della tradizione prospettica a cavallo tra estremo oriente e occidente è proposto in The vision without perspective and shadow in traditional Chinese painting di Xie Huiyang. La pittura tradizionale cinese è al centro di una trattazione che punta a dimostrare come l’assenza di prospettiva e ombre sia legata a standard estetici culturali e non all’incapacità di rappresentare soggetti in modo realistico: una scelta figurativa che trova affinità nella pittura della modernità occidentale, in artisti come Cézanne e Picasso.

Da una trattazione del tema in termini di rappresentazione, è la volta della città ad essere messa in prospettiva.

 

La città del presente viene problematizzata in un’ottica trasformativa ne Il gioco delle città possibili. Dopo una rilettura de Le città invisibili di I. Calvino, Rossana Didonna si interroga sulla possibilità di analizzare il contesto urbano secondo diverse prospettive in vista di un futuro che possa tenere insieme molteplici visioni nella formulazione di nuovi scenari.

Uno sguardo in prospettiva sulla contemporaneità è offerto da The Garden Cities of To-morrow (Covid-19 edition). Partendo dalle nuove esigenze della città a fronte del periodo che stiamo vivendo, Claudia Ballarin ricerca possibili soluzioni progettuali muovendosi dall’idea novecentesca della Garden City.

Anche Mattia Cordioli ragiona in termini di progettualità ma, in Architetti senza prospettiva, critica l’utilizzo della pandemia in corso come pretesto progettuale per uno sviluppo a lungo termine, in quanto essa è limitata nel tempo mentre le questioni di cui occuparsi sono quelle annose che hanno attraversato le generazioni passate e si stanno protraendo ancora oggi.

 

Si abbandona la prosa per una lirica non declamata nei contributi di Silvia Barbisan e di Danae Bulfone ed Elisa Selli. Testi minuti, brevi e curati, in cui si interrogano sulla nuova percezione della nostra identità e del nostro essere umani, fatti di carne, relazioni e corpo.

 

In E se non è carne e se non è corpo, Silvia propone una visione secondo cui la quarantena ha portato una prospettiva al contrario, in cui il corpo e la carne, nel senso più tattile e materico possibile, sono divenuti immagine bidimensionale. In/out-Out/in, invece, riflette sugli spazi della pandemia e sul nuovo rapporto tra spazio domestico e città, tra ciò che è dentro e ciò che è fuori.

Della risignificazione dei luoghi durante la pandemia parla infine Riccardo Squarcina in Iperstimolazione digitale, soffermandosi in particolare sulla stanza che, nella sua ri-focalizzazione, accoglie lo spazio dell’insegnamento. Ed è su questa condizione che si innestano una serie di dinamiche legate ai processi cognitivi, riferiti in particolare alla progettazione.

 

 

indice

Venezia Trasparente  >>

Giulia Conti

abstract

Gli occhi sono lo strumento, fisico e metaforico, di percezione della realtà.

Venezia, città di superfici e di profondità, rappresenta un unicum denso e compatto di masse e volumi.

Attraverso la corrispondenza tra prospettiva e trasparenza, si cerca di individuare una chiave di lettura, concreta e metaforica, del tessuto veneziano.

 

Prospettive analogiche

Dall’analisi al progetto >>

Tommaso Moretto

 

The vision without perpsective and shadow
in traditional chinese paintings
>>

Xie Huiyang

abstract

The absence of perspective and shadow in traditional Chinese painting could be understood as the neglect of realistic representation: a matter of subjective choice influenced by aesthetic standards and traditional ideology.

 

Il gioco delle città possibili >>

Rossana Didonna

abstract

Attraverso una chiave di lettura del libro Le città invisibili, si propone un tentativo di problematizzazione della città del presente in un’ottica trasformativa.

Cosa significa immaginare una prospettiva, un futuro possibile?

Come si potrebbe riabilitare l’utopia nel presente per non precludersi strade ancora invisibili domani?

 

The Garden Cities of To-morrow
(Post Covid-19 edition)
>>

Claudia Ballarin

abstract

La pandemia porta ad interrogarsi non solo sulle forme dell’abitare ma anche sulle forme degli spazi di condivisione. Il proseguo della vita sociale nelle città si scontra oggi con la necessità di mantenere un determinato distanziamento sociale.

È possibile che le Città Giardino costruite in Italia nel ‘900, concepite come città salubri e vivaci, offrano esempi reali utili alla costruzione nuovi spunti progettuali per la città post-Covid?

 

Architettura e prospettiva >>

Mattia Cordioli

abstract

La pandemia ha una data di scadenza. Perché allora c’è chi tenta di rispondere a qualcosa di temporaneo con soluzioni astruse? Le proposte creative sono il sale dell’architettura ma, talvolta, bisogna essere in grado di mettere da parte la demagogia e guardare oltre, in prospettiva, e orientare gli sforzi dove è veramente necessario, senza avere il timore di riconoscere che, in alcuni casi, l’architettura non è per forza la risposta migliore. Non bisogna dimenticare che la pandemia finisce, mentre i problemi annosi che stiamo e dovremo affrontare restano.

 

E se non è carne e se non è corpo  >>

Silvia Barbisan

abstract

La pandemia ha una data di scadenza. Perché allora c’è chi tenta di rispondere a qualcosa di temporaneo con soluzioni astruse? Le proposte creative sono il sale dell’architettura ma, talvolta, bisogna essere in grado di mettere da parte la demagogia e guardare oltre, in prospettiva, e orientare gli sforzi dove è veramente necessario, senza avere il timore di riconoscere che, in alcuni casi, l’architettura non è per forza la risposta migliore. Non bisogna dimenticare che la pandemia finisce, mentre i problemi annosi che stiamo e dovremo affrontare restano.

 

In-Out/Out-In  >>

Danae Bulfone e Elisa Selli

abstract

IN-OUT

La mia casa, le pareti entro cui mi trovo sono lo spazio e l’unico panorama che mi è concesso per i prossimi due mesi. La quotidianità circoscritta spazialmente influisce sulla percezione temporale, vivo ogni giorno lo stesso giorno. Cinque varietà emotive: camera da letto, soggiorno, bagno, cucina, giardino.

OUT-IN

Dalla torre di controllo monitoro una porzione della città e le sfumature di vuoti. Ho l'accesso al mondo esterno grazie ad una piattaforma: ogni giorno osservo la contingenza marginale che non può essere dimostrata una volta per tutte, ma neppure essere negata.

 

Iperstimolazione digitale.

Scenari metaforici di una realtà frenetica e virtuale >>

Riccardo Squarcina

Abstract

Il contributo si propone di indagare, per mezzo del testo e del disegno, un ristretto abaco di scenari metaforici sul prossimo futuro dell'università e della didattica rileggendo criticamente il contesto presente.

Analizzando la teorizzazione grafica della strada come stanza urbana di Leon Krier, si è cercato di tradurre la concettualizzazione della funzione progettuale della prospettiva nella stanza, intesa come ambiente ambivalentemente urbano e pubblico o privato e monofunzionale.

 

 

 

direttore

Alessia Sala

 

caporedattore

Cesare Sartori

 

redazione

Laura Camerlingo, Jacopo Calafati

Mattia Cordioli, Rossana Didonna

Emma Neri

 

progetto grafico

Laura Camerlingo, Cesare Sartori,

Claudia Ballarin, Alessia Sala

 

social network

Claudia Ballarin

 

testi in inglese

Francesca Maranelli

 

ISBN 978-88-31241-2