Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Agostino De Rosa: tesi relate e correlate

 

lo spazio configurativo della memoria: la ricostruzione del teatro di Giulio Camillo Delminio

 

correlatori: archh. Giuseppe D’Acunto  (fAR/dPA), Alberto Sdegno  (fAR/dPA).

laureanda: Francesca Galeandro.

 

sinossi

Il Teatro della memoria è nato in pieno Rinascimento con l’ambiziosa funzione di contenere l’intero scibile umano. Un’architettura speciale, quindi, resa ancor più particolare da due dettagli: non fu mai realizzata ed il suo ideatore fu perseguitato da alcuni come eretico, idolatrato da altri quale illustrissimo sapiente. Giulio Camillo Delmino lasciò solo uno scritto, in linguaggio debitamente ermetico, in cui descrisse alcune caratteristiche del suo Teatro. Da questo testo parte l’ipotesi di ricostruzione: sette settori si innalzano su sette anelli, poggiando su sette colonne. Camillo riprende lo schema del teatro vitruviano, ma con una novità: quarantanove porte dipinte si aprono sulle gradinate con la precisa funzione di rimandare il sapere umano allo spettatore-discepolo che doveva andare a collocarsi al centro della scena, proprio come se fosse il vero attore di questa straordinaria pièce. Cabala, misteri egizi, spirito cristiano fino alla più classica arte della memoria si fondono in questa architettura che – ironia della sorte – fu “detta” ma non costruita e delle cui regole a tutt’oggi non disponiamo in modo completo. Il Teatro di Camillo, come secoli dopo la Biblioteca di Babele inventata da Borges, nasce quale contenitore stabile e reale dell’intera conoscenza, conoscenza che – in entrambi i casi e per motivi diversi – l’uomo in definitiva non riesce a dominare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Francesca Galeandro /Università Iuav di Venezia